Ieri il Garante della privacy è intervenuto con una lettera indirizzata a ministero della Salute, Regioni, Province autonome e alle associazioni di categoria. L’obiettivo è fissare una serie di paletti chiari. I dati relativi alle spese sanitarie arrivano all’Agenzia delle entrate tramite la tessera sanitaria, gestita dal ministero dell’Economia. In questo periodo il lavoro si sta concentrando sui dati relativi al 2015, rilevanti per le prossime dichiarazioni dei redditi.
“I DATI sulla salute delle persone però – ricorda il Garante – sono particolarmente delicati e non tutti gli assistiti, inclusi i familiari a carico, desiderano che siano inseriti, anche solo parzialmente, nella dichiarazione dei redditi”. Quindi, è importante sapere che esistono delle misure specifiche per consentire ai cittadini di tutelarsi. Ogni paziente può decidere di non far inserire le spese mediche nel 730 precompilato. Questo diritto può essere esercitato anche dalle persone fiscalmente a carico, come il coniuge o i figli maggiori di sedici anni. Per coloro che non rientrano nel perimetro della dichiarazione elettronica (come le partite Iva) le informazioni non saranno conservate. Concretamente, chi vuole ottenere la cancellazione dei dati, per l’anno in corso e fino al 31 gennaio 2016, potrà esercitare diritto di opposizione, richiedendo all’Agenzia delle entrate la cancellazione di una o più tipologie di spesa dalla sua tessera sanitaria. Dal 10 febbraio al 9 marzo, poi, si potrà andare sul sito web della tessera sanitaria per cancellare singole voci di spesa indesiderate.
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